Ma la sicurezza di una comunità si ottiene solo con azioni e strumenti repressivi?
È questo il dubbio, che in realtà è più di un dubbio, che sorge spontaneo di fronte alla “ronda” organizzata dall’amministrazione comunale lungo l’argine del Brenta e nei parchi comunali. Un’operazione in grande stile che ha visto una nutrita pattuglia, rinforzata da unità provenienti da fuori comune, da un cane antidroga e nientepopodimeno che da un drone.
Ebbene sì, anche noi disponiamo di un drone, molto scenografico quando lampeggia verdognolo nella notte, come ha tenuto a spiegare il sindaco che, in favore di telecamere, ha accompagnato tutta la “ricognizione”. Una ricognizione che per il momento in verità si è conclusa con l’allontanamento di una persona senza fissa dimora che dormiva abusivamente nel Parco della Repubblica (del resto, in questo periodo, alcuni accessi al parco restano aperti anche di notte, sempre per parlare di sicurezza…).
Ebbene a noi piacerebbe che, accanto a queste iniziative, la cui utilità e il cui costo capiremo nel tempo, ci fossero anche misure di prevenzione per limitare il disagio e la marginalità ad esempio.
Quali occasioni di aggregazione offre l’amministrazione comunale per i giovani? Quali sono le misure messe in atto per cercare di evitare che i ragazzi facciano uso di sostanze, legali e illegali, che nei casi più gravi possono portare alla dipendenza? Appare evidente che il pur simpatico cane antidroga Coco non può bastare.
In altri comuni si pensa piuttosto a coinvolgere i giovani, con disagio sociale e non, con corsi di teatro gratuiti, con lo sport, magari affidato a una pluralità di società sportive. Non occorre nemmeno farsi venire idee geniali: basta copiare da Comuni più virtuosi e dalle loro politiche giovanili.
Partito Democratico
Circolo di Cadoneghe