Pubblichiamo un contributo del vicesindaco Mirco Gastaldon sul tema delle candidature e dei vitalizi, in vista delle elezioni regionali del Veneto.
6 marzo 2015 – In questi giorni si è tornati a parlare di candidature e vitalizi, anche nel mio partito. Per quanto riguarda il primo punto, senza entrare in nessuna polemica personale con il consigliere Franco Bonfante, voglio solo dire: le regole sono chiare, nessuna deroga. L’articolo 7, comma 2 dello Statuto dell’Unione regionale del Veneto del PD recita che “non è ricandidabile, da parte del Partito Democratico – Unione regionale del Veneto, per la carica di componente del Consiglio Regionale chi abbia ricoperto detta carica per la durata di due mandati o di un arco temporale equipollente”. Per i non addetti ai lavori vuol dire due mandati al massimo.
Stiamo parlando di una regola che garantisce un ragionevole rinnovamento della rappresentanza del partito nel Consiglio Regionale. È prevista una sola deroga ma per casi debitamente motivati e con un voto a maggioranza assoluta dei componenti della direzione regionale.
Ciò che non dicono le regole, deve però dirlo la politica. Le elezioni regionali 2015 sono una sfida straordinariamente importante per il PD veneto. Per la prima volta possiamo mettere in campo un nuovo modo di amministrare la Regione Veneto. La Lega è lacerata come non mai, Tosi e la Liga Veneta sono stati commissariati dimostrando ancora una volta che il federalismo e l’autonomismo della Lega è solo a parole e non nei fatti. Il centrodestra ha esaurito ogni idea dopo vent’anni di continuità e appare oggi un concentrato di vecchia politica.
Questa sfida la si può vincere garantendo ai veneti che si può voltare pagina, che si può chiudere con Galan-Zaia, che si può offrire alla regione una nuova classe dirigente per una nuova stagione politica. Lo possiamo fare a una condizione, però: essere coerenti innanzitutto con noi stessi, con le regole che ci siamo dati, senza deroghe, senza scappatoie ad personam. Dimostrando con i fatti che la politica per i democratici veneti non è un mestiere a tempo indeterminato, ma un servizio che si presta alla propria comunità per un periodo delimitato di tempo.
Stesso approccio vale per i vitalizi. Come non essere d’accordo con chi chiede di ridurre i vitalizi ai politici, in questa fase di crisi. A qualcuno potrà sembrare populismo o semplificazione, ma secondo me è giusto. Ognuno deve fare la sua parte. Non ci si può arroccare sulla questione dei diritti acquisiti che in altri casi ben più spinosi – vedi pensioni – sono stati toccati in nome dei conti pubblici. Una politica seria e responsabile deve mettere mano ai vitalizi e i politici di lungo corso, si chiamino Galante, Frigo, Galan o altro (ovviamente con le dovute differenze tra la storia giudiziaria di Galan e la storia politica di Frigo e Galante), devono dare il loro contributo. Anche questo è rinnovamento.