Va a congresso la sezione di Cadoneghe dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Lo fa con lo spirito inclusivo e costruttivo della Resistenza di cui è erede e testimone, perché “è necessario ridare una prospettiva di rinascita all’Italia e noi vogliamo contribuire a farlo”, dice il presidente Silvano Carraro.
Per questo sabato 9 ottobre alle ore 15.30 la sezione “Btg. Sparviero” dell’Anpi di Cadoneghe apre il suo appuntamento (è il 17° congresso) all’auditorium “Ezechiele Ramin” di via Rigotti anche alle istituzioni e alle associazioni democratiche e del volontariato, ai partiti e ai sindacati.
Il Circolo del Partito Democratico di Cadoneghe vi partecipa con Elisa Brentan, che porta il saluto del segretario Daniele Toniolo, e con Michele Schiavo, che da sindaco ha efficacemente collaborato con l’Anpi locale, ad esempio introducendo nel regolamento comunale la norma che vieta la concessione di spazi pubblici alle organizzazioni che si richiamano al fascismo.
Dentro la storia della comunità
All’inizio della storia di Cadoneghe democratica, del resto, c’è proprio il Comando dei resistenti del 6° Battaglione “Sparviero”: nel gennaio del 1945 lo “Sparviero” indica al Comitato di Liberazione Nazionale come possibile sindaco il partigiano Romeo Zanella, che poi guiderà Cadoneghe dall’aprile del 1945 all’autunno del 1946, su mandato del CLN.
Meritano di essere ricordati tutti: il Comitato di Liberazione Nazionale di Cadoneghe si era costituito nel luglio 1944 ed era composto dall’insegnante prof. Enrico Bedin per la DC, dal commerciante Silvio Giacotti per il PRI, dal veterinario dott. Nazzareno Girotti per i PSI(UP), dal daziere Antonio Frigo e dal partigiano Vittorio Fascina per il PCI. È allo spirito di queste persone che oggi si rifà l’Anpi di Cadoneghe, “una Associazione democratica, impegnata storicamente per la difesa dei valori della Costituzione, nata dalla Resistenza alla dittatura nazifascista”, come riassume il presidente Silvano Carraro.
È anche la scelta fatta dall’intera comunità. Michele Schiavo, sindaco del Partito Democratico tra il 2014 e il 2019, osserva: “Cadoneghe, ha sempre riconosciuto le proprie radici nei valori che ispirarono l’antifascismo, la resistenza e le lotte operaie (art. 1 dello Statuto Comunale) e con vivace e competente sensibilità ha reso il proprio tessuto sociale ricco di solidarietà e di sempre nuova Resistenza.
È anche la scelta fatta dall’intera comunità. Michele Schiavo, sindaco del Partito Democratico tra il 2014 e il 2019, osserva: “Cadoneghe, ha sempre riconosciuto le proprie radici nei valori che ispirarono l’antifascismo, la resistenza e le lotte operaie (art. 1 dello Statuto Comunale) e con vivace e competente sensibilità ha reso il proprio tessuto sociale ricco di solidarietà e di sempre nuova Resistenza.
L’utilizzo degli spazi pubblici
Uno degli spunti generati dall’ANPI e condivisi con determinazione a Cadoneghe è stata l’approvazione della delibera che ha modificato il Regolamento che norma la concessione degli spazi pubblici urbani, sull’esempio di Pavia, Siena e dei precursori Cavarzere, Sarzana e Chiaravalle.
Riportiamo il testo dell’articolo.
Art. 10 bis – Divieto di concessione 1.Non potranno in alcun caso essere concessi in uso spazi e aree pubbliche per lo svolgimento di conferenze, incontri e manifestazioni di qualsiasi natura alle organizzazioni ed associazioni che direttamente si richiamano all’ideologia, ai linguaggi e rituali fascisti, alla sua simbologia, e alla discriminazione razziale, etnica, religiosa o sessuale, o per ragioni di lingua, di opinioni politiche, o per condizioni personali o sociali, in base alla verifica delle previsioni dei rispettivi statuti. 2. Le domande per la concessione di spazi ed aree pubbliche dovranno contenere specifica dichiarazione con la quale il richiedente attesta di essere a conoscenza e di impegnarsi a rispettare: la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana secondo la quale “è vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”, l’art. 3 della Costituzione Italiana, la legge 20 giugno 1952, n. 645 e il D.L. 26 aprile 1993, n. 122 convertito in legge 25 giugno 1993, n. 205.
Carcere e confino per pescatori, contadini e operai
“D’altronde Cadoneghe non poteva restare insensibile – commenta ancora Michele Schiavo – al moltiplicarsi dei fenomeni neofascisti, in Italia e in Europa, e al dilagare di intolleranze sociali alimentate ed esasperate da organizzazioni di estrema destra. Nel territorio, infatti, le angherie subite durante il ventennio e l’occupazione non si dimenticano. Il Tribunale speciale per la difesa dello Stato infierì su poveri pescatori del Brenta, contadini di un’arida campagna, e tanti operai delle Officine Oblach – divenuta negli Anni Trenta Fonderia Breda – condannandoli al carcere e al confino”.
Auguri all’ANPI e ai testimoni della cultura democratica che hanno sconfitto un’autocrazia violenta e che con il coraggio della franchezza continueranno a seminare la pace.