“La tassazione a Cadoneghe è al massimo livello ed è esagerata, a causa di decisioni delle precedenti amministrazioni”: questo è il mantra dell’attuale amministrazione attraverso le parole dell’assessore Luigi Sposato.

Eppure, per il secondo anno di fila, in concomitanza con l’approvazione del bilancio, l’amministrazione conferma anche le imposte e tasse comunali senza alcuna riduzione, disattendendo nuovamente a quanto promesso nel suo programma elettorale.

E in questa scelta non c’è alcuna responsabilità né eredità delle amministrazioni precedenti.

Vogliamo ricordare che l’aliquota dell’addizionale IRPEF, stabilita allo 0,5% fino al 2011, con la DCC 56/2012 citata da Sposato veniva rimodulata per l’anno 2012 in aliquote progressive dallo 0,55% allo 0,8%, in base a scaglioni di reddito crescenti.

Dall’anno 2013 il principale trasferimento statale a favore dei Comuni, il “fondo sperimentale di riequilibrio”, veniva ridotto a livello nazionale di 2.250 milioni di euro, comportando in € 362.000 la minore entrata per il Comune di Cadoneghe (art. 16 c. 6 D.L. 95/2012 conv. L. 135/2012 “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini” e art. 1, comma 119, della legge 24.12.2012, n. 228).

Perciò, per reperire le risorse finanziarie necessarie per il mantenimento dei servizi essenziali resi alla comunità e al territorio, veniva consentito di aumentare l’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche, misura che fu adottata con l’allineamento dell’addizionale allo 0,8% per tutti.

SI PUO’ MODIFICARE L’ATTUALE ALIQUOTA IRPEF?

Certamente l’attuale aliquota può essere ridotta, semplicemente vanno recuperate le risorse per sostituire le entrate o vanno ridotte le spese, a partire da quelle superflue o facoltative. L’indebitamento di cui l’assessore continua a parlare con molta enfasi rientra nella normale attività di investimento per opere pubbliche degli enti territoriali non economici, come i Comuni. Questi infatti, in quanto privi di attività con finalità di lucro, devono fronteggiare le spese per le opere pubbliche, come strade, scuole, fognature, impianti sportivi, parchi, con entrate proprie o ricorrendo a prestiti nel limite stabilito dalla legge.

Il livello di indebitamento è pari all’incidenza degli interessi passivi sulle entrate correnti e il limite si attesta nel 2021 al 3,24% su un massimo del 10%: va da sé che il numero dei mutui contratti nel tempo o il loro importo nominale non sono parametri su cui ragionare.

Inoltre, la recente rinegoziazione di nove mutui della Cassa Depositi e Prestiti, in applicazione della circolare n. 1300/2020, ha consentito un risparmio negli interessi, oltre al risparmio sul pagamento della quota capitale rinviata causa Covid. Altre operazioni di rinegoziazione sono state operate in passato quando consentite dallo Stato tramite l’istituto erogatore Cassa Depositi e Prestiti.

Il 49° mutuo per efficientamento scuola Girasole, seppure previsto nella programmazione annuale, sarebbe stato evitato da qualsiasi amministrazione in presenza di risorse come di fatto si è verificato. Iniziando dai cospicui trasferimenti straordinari dello Stato, in conseguenza dell’epidemia da Covid 19 (oltre € 900.000), nonché la circostanza favorevole che ha permesso dal 2019 il definitivo superamento dei vincoli di bilancio più restrittivi, consentendo l’utilizzo in modo pieno degli avanzi di amministrazione effettivamente disponibili e del fondo pluriennale vincolato (pag. 54 della nota di aggiornamento al DUP).

La novazione del mutuo per la mensa, infine, era un atto dovuto.

Partito Democratico
Circolo di Cadoneghe