di Giacomo Possamai
E adesso, mentre gran parte dell’Italia si avvia ad uscire dalla zona rossa, il rischio concreto è che in Veneto, dopo il 7 gennaio, si renda necessario prolungare ed inasprire ulteriormente le misure: questo è il frutto avvelenato del tempo perso in dicembre.
Di teoria in teoria, di variante in variante, il presidente continua a non rispondere alla domanda più importante: perché ormai da settimane ogni giorno in Veneto decine e decine di persone perdono la vita a causa del Covid? Questo è un dato che non può smentire e non c’è spiegazione che tenga sui tamponi effettuati o sulla percentuale dei positivi.
Nella gestione della seconda fase della pandemia troppe cose non stanno funzionando, anche a causa di messaggi ambigui lanciati alla popolazione e di scelte rinviate per troppo tempo: si susseguono segnalazioni dagli ospedali del Veneto di una situazione difficile da sostenere, con il superamento dei 400 ricoverati in terapia intensiva sono sempre più frequenti le trasformazioni di reparti chirurgici e conseguentemente il rinvio degli interventi.
Nel frattempo oggi il presidente Zaia invoca sulla stampa nazionale le elezioni anticipate, spiegando che per combattere il Covid serve un Governo legittimato dal voto. Dopo la ‘variante inglese’ e la ‘variante veneta’, Zaia si appiglia a quella elettorale. Temo però che il virus sia abbastanza insensibile all’arrivo di un “Governo legittimato dal popolo”, come lo definisce lui. Anche perché altrimenti non si spiegherebbe come mai, purtroppo, la Regione che più sta soffrendo in questi mesi sia proprio quella che ha visto il suo presidente ricevere consensi record alle ultime elezioni. E cioè il nostro Veneto.
A questo punto la velocità della campagna vaccinale in Veneto diventa ancora più cruciale che in altre Regioni. Vaccinarsi è un dovere morale, per tutelare la salute propria e degli altri. Serve una campagna straordinaria di promozione e di sensibilizzazione a partire dalle categorie protette che sono chiamate alla vaccinazione in questi giorni.
E dobbiamo metterci tutti la faccia, a partire dal presidente Zaia, con un fortissimo appello a non sottrarsi alla profilassi.