Sono scesi in piazza piazza lo scorso 24 luglio a Roma i Sindaci, rispondendo alla convocazione dell’anci per la manifestazione di protesta contro i tagli della spending review. Da sindaco di Cadoneghe non posso che soffrire delle risorse sempre minori a disposizione del Comune, risorse che servono per erogare i servizi pubblici di cui usufruisce ogni cittadino e per investire nel loro sviluppo e miglioramento.
Non sono certo insensibile all’indignazione di fronte agli sprechi che i media ci raccontano quotidianamente nè alla burocrazia che alligna a volte nel settore pubblica soffocando lo sviluppo invece di disciplinare eque opportunità e rispetto della legittimità. Non sono scevro, nemmeno, da gravi preoccupazioni per la crisi che stiamo attraversando.
Tuttavia, ad uno scenario così complesso si può reagire solo con con proposte concrete ed equilibrate all’altezza della sfida ambiziosa di mantenere una qualità dell’offerta di servizio pubblico pur con minori strumenti a disposizione. Tutto il resto, scusate, sono solo chiacchere.
Non ci aiuta piangere sul latte versato delle opportunità sprecate o indulgere nell’attribuzione di responsabilità colpevoli e ancor meno ignorare la spietata realtà di conti che non tornano, di soldi che, semplicemente, non ci sono.
Mancando le alternative, bisogna individuare i progetti di risparmio: le occasioni ci sono per quanto impegnative, anche e soprattutto in virtù del cambiamento culturale che richiedono nella mentalità campanilistica e a tratti corporativa che contraddistingue il nostro Paese. Come più volte detto anche nei mesi scorsi e proprio dalle pagine di questo giornale una parte di spesa può essere recuperata se uniamo le forze a nostra disposizione: ricetta drastica e non originale (ma non sono le migliori?).
Ho auspicato la fusione del Comune di Cadoneghe con il nostro vicino Comune di Vigodarzere: realizzando così tagli alla spesa del personale (meno dirigenti), risparmi contrattuali (beneficiando di bacini di utenza più ampi), ma anche decentramento dei servizi (nell’ottica di un miglioramento dell’offerta al cittadino).
Ma non mancano altri esempi: è forse arrivato il momenti di riconsiderare l’utilità di regioni a statuto autonomo, che rispondeva a condizioni sociali e politiche forse non più così attuali, anche se i finanziamenti sono rimasti, anzi si sono aggiornati.
Voglio prendere spunto da opportunità che già ci sono ma non sono sfruttate a pieno, con tre esempi. La ridefinizione dei bacini rifiuti, di cui quattro solo nel padovano con gestioni e tariffe del tutto diverse, viene usata prorogata di ancora 6 mesi, l’accorpamento degli istituti scolastici inferiori ai 1000 studenti viene lasciata alla discrezione dei comuni per timore della impopolarità della scelta, gli accorpamenti delle polizie locali in distretti di ben più ampie dimensioni viene rivisto, diminuendo l’estensione dei distretti stessi che così aumentano di numero (forse per evitare che qualche comune debba associarsi a comuni con amministrazioni “diverse” per credo politico?).
Basta con le proteste, le occasioni ci sono, ma siamo in grado di coglierle per decidere i cambiamenti ormai inevitabili invece di subirli? Il giudizio sulle nostre capacità di governo e amministrazione dovrà essere politico.
Mirco Gastaldon
Sindaco di Cadoneghe