Le risposte alle domande più frequenti e le proposte del PD in merito ai decreti attuattivi sul Federalismo Municipale e sul federalismo Regionale e Provinciale.
Perché il PD ha votato contro il Federalismo Municipale?
Il PD ha votato CONTRO il Federalismo Municipale per cinque motivi:
1.gli introiti delle tasse non resteranno sul territorio ma continueranno ad essere inviati a Roma;
2.i tagli effettuato nel 2010 (D.L 78/2010) annullano, di fatto, tutti i possibili effetti positivi del federalismo;
3.aumenteranno le tasse per i contribuenti onesti, per effetto dell’addizionale IRPEF;
4.aumenteranno le tasse per le imprese, per effetto dell’IMU;
5.gli amministratori locali non saranno responsabilizzati né resi più autonomi.
Perché il PD si è astenuto sul Federalismo Regionale e Provinciale?
Semplicemente perché, a differenza di quello Municipale, sono state accolte il 95% delle nostre proposte:
1.è stata accolta la clausola di salvaguardia, il Federalismo Regionale partirà solo dopo la rivalutazione dei tagli previsti dal DL 78/2010;
2.è stata accolta la proposta che blocca la possibilità di aumentare l’addizionale IRPEF Regionale fino al 2013;
3.prima di far partire il Federalismo regionale dovranno essere definiti i LEA -Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e Livelli Essenziali di Assistenza (LEA);
4.è previsto il rifinanziamento dei Fondi per il trasporto pubblico locale (TPL) per il 2011, con 425 milioni di euro.
All’attuazione del Federalismo Municipale aumenteranno le tasse?
SI. L’effetto dei tagli da una parte e l’obbligo per i comuni di concentrare le proprie attenzioni su IRPEF e IMU, invece che su altri cespiti, dall’altro, comporteranno un aumento delle aliquote dell’addizionale IRPEF (per i comuni che non hanno già l’aliquota massima) e l’aumento delle aliquote relative all’IMU. Che vuol dire più tasse per i contribuenti onesti e per le imprese.
Con il Federalismo Municipale verrà data risposta alla necessità di riequilibrare la distribuzione delle risorse ai comuni?
NO. Oggi, con il meccanismo dei trasferimenti, esistono comuni privilegiati e comuni penalizzati, enti con un trasferimento pro capite di oltre 600€ per abitante ed enti con trasferimenti di 50€ per abitante. Con il nuovo meccanismo vi saranno, ancora, comuni privilegiati e altri svantaggiati. In particolare, saranno super avvantaggiati i comuni turistici.
Aumenterà l’autonomia e la responsabilità degli amministratori locali?
NO. Il Federalismo Municipale innescherà meccanismi di finanza derivata e l’autonomia e la responsabilità degli amministratori sarà mortificata. Il “pago-vedo-voto” non esisterà.
Aumenterà la lotta all’evasione fiscale?
NO. Al contrario, sarà spezzato il rapporto diretto che avrebbe potuto incentivarla. La cedolare sugli affitti e la tassa registro, infatti, saranno ancora versate allo stato centrale e solo una piccola parte di queste entrate tornerà ai comuni, passando attraverso il fondo perequativo. Questo passaggio, di fatto, spezza la tracciabilità e il legame di quelle imposte con il territorio. Di conseguenza, l’effetto benefico che dovrebbe mirare a incentivare il senso civico, la lotta all’evasione e agli sprechi viene meno.
Sarà risolta la sperequazione tra le regioni a statuto ordinario e le regioni a statuto speciale?
NO. Le regioni e gli enti locali ricadenti nei territori delle regioni a statuto speciale continueranno a beneficiare dei privilegi che si sono sedimentati negli anni. La L.42/2009 non tocca i flussi finanziari a favore delle regioni a statuto speciale.
Arriveranno molte più risorse ai comuni storicamente sottodotati economicamente del nord?
Purtroppo NO. L’effetto del taglio di 1,5 Mld di euro, voluto dalla maggioranza, ha ridimensionato eccessivamente una coperta che era già troppo corta. Dalle stime, i comuni del Veneto avranno nel 2014, mediamente, risorse pari ai trasferimenti del 2010. Quindi le stesse risorse precedenti i tagli. Va detto, però, che se la Lega, nel 2008, avesse detto che il Federalismo a regime avrebbe portato in dote gli stessi trasferimenti del 2008, non credo che avrebbe avuto lo stesso consenso. Aveva promesso ben altro.
Saremo “padroni a casa nostra”?
NO. Oggi un sindaco è molto meno autonomo di quanto lo era 10 anni fa. Di conseguenza, alle amministrazioni locali è stata tolta anche molta responsabilità. Il Patto di stabilità obbliga sindaci e funzionari comunali ad essere più attenti ai parametri burocratici che ai bisogni dei cittadini. Che si chieda a un sindaco la manutenzione di una strada o un marciapiede, o un nuovo servizio, la risposta è la stessa: “non posso”. Perché, se anche dispone delle risorse, non può spenderle a causa dei rigidi parametri del Patto di stabilità.Invece di parlare di “padroni a casa nostra” bisognerebbe dire, al massimo, “mezzadri a casa nostra”.
L’atteggiamento costruttivo del PD sul Federalismo Fiscale è stato corretto?
SI. Si dice che “I governi passano e le riforme restano” proprio perché esse determinano effetti per lungo tempo, sia che siano riforme fatte bene sia che siano fatte male. È importante, allora, contribuire a renderle le migliori possibili. Nello specifico, la legge 42/2009 – Federalismo Fiscale – si incardina nell’articolo 119 della Costituzione, modificato nel 2001 dal centro sinistra e confermato dal popolo italiano il 7 ottobre 2001 con il referendum.
La situazione di disparità esistente tra le varie Regioni e i diversi Comuni italiani ad oggi è insostenibile. È indispensabile una riforma che renda più giusta e più equa la ripartizione delle risorse su tutto il territorio nazionale. Il PD deve battersi per questo. Per farlo è necessario chiedere maggiore responsabilità agli amministratori e dare loro maggiore autonomia.Oltre a equità, giustizia, autonomia e responsabilità è, poi, necessaria una quinta parola: solidarietà. Ai territori prima di tutto, e di conseguenza alle persone più deboli.È un concetto fondamentale e accettato da tutti i cittadini, a patto che venga fatta una chiara distinzione fra i veri e i falsi deboli, i cosiddetti “furbi”. Troppo spesso nel nostro Paese i falsi deboli hanno approfittato della solidarietà degli altri cittadini o dei servizi dello stato, delle regioni o dei comuni, così facendo hanno tolto risorse e servizi ai veri deboli.
LE PROPOSTE DEL PD
PROPOSTE DI MODIFICA AL DECRETO SUL FEDERALISMO MUNICIPALE PRESENTATE IN COMMISSIONE BICAMERALE
- Rivedere i tagli ai comuni previsti dal D.L 78/2010. Proposta non accolta.
- Abolire l’addizionale IRPEF comunale (vera riduzione fiscale). Proposta non accolta.
- Versamento di tassa registro e bollo direttamente ai comuni (debellando, in questo modo, l’evasione). Proposta non accolta.
- A proposito di cedolare, introduzione di un meccanismo di conflitto d’interessi positivo fra proprietario e affittuario, con la previsione di un fondo per la detrazione degli affitti pagati dall’IRPEF (creando, in questo modo, un circolo virtuoso per far emergere evasione e sommerso sulle abitazioni in affitto). Proposta non accolta.
- Realizzazione del meccanismo del “vedo-pago-voto”. I nostri emendamenti prevedevano che, a fronte di una riduzione della pressione fiscale nazionale (abolizione addizionale IRPEF), vi fosse la richiesta di risorse direttamente nei territori (prevedendo il canone municipale facoltativo o la service tax), dando ai sindaci autonomia e responsabilità. Perché le risorse che “arrivano” dall’alto rischiano di essere spese male, mentre le risorse chieste direttamente e ottenute con fatica sono sicuramente spese meglio. Proposta non accolta.
- Sostituzione della compartecipazione IRPEF a favore dei comuni con la compartecipazione IVA. Proposta accolta.
PROPOSTE DI MODIFICA AL DECRETO SUL FEDERALISMO REGIONALE E PROVINCIALE PRESENTATE IN COMMISSIONE BICAMERALE
- Una clausola di salvaguardia che vincola l’attuazione del Federalismo Regionale e Provinciale alla revisione dei tagli previsti dal D.L. 78/2010. Proposta accolta.
- Blocco della possibilità dell’aumento dell’addizionale IRPEF Regionale fino al 2013, cioè fino a quando non viene interamente definito l’assetto del Federalismo Regionale. Proposta accolta.
- Determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e dei livelli essenziali di assistenza (LEA) prima di far partire il Federalismo Regionale. Proposta accolta.
- Ripristino, già a partire dal 2011, di 425 milioni di euro per il trasporto pubblico locale (tagliati con il 78/2010). Proposta accolta.