Scelte chiare e condivise: questo chiede oggi la collettività per la gestione del territorio e per le grandi decisioni inerenti settori cruciali come il lavoro, l’ordine pubblico, la sanità, la viabilità, la sicurezza idrogeologica, la qualità della vita in genere. Esattamente il contrario di quel che sta accadendo sulla questione nuovo centro commerciale a Limena. Abbiamo appreso dai giornali che lo scorso 22 giugno il Comune di Limena ha adottato una variante parziale al proprio PRG per consentire la realizzazione di un centro commerciale di dimensioni notevoli, sembra addirittura superiore ai 200 mila mq. Una variante che impatterà in modo rilevante sulle scelte urbanistiche a livello sovracomunale, sulle condizioni del traffico di tutta la zona e sulla sopravvivenza di decine di attività commerciali del territorio.
Va detto con chiarezza che qui non si tratta di esprimere a priori pareri contrari alla realizzazione di moderne aree di vendita, laddove ve ne sia la necessità e si risponda ad una mancanza di proposta commerciale del territorio o alla necessità di concorrenza.
Né sfugge il fatto che, fra nuova occupazione e indotto, tali nuove attività generano sicuramente alcuni effetti virtuosi. Come area metropolitana, di cui fa parte anche Limena, abbiamo previsto da 5 anni – a Cadoneghe come a Padova e nella sua cintura – di modulare la presenza commerciale in base alle esigenze della popolazione residente. A Cadoneghe è in predicato la nascita di una struttura di vendita adeguata alle necessità del territorio, notevolmente più piccola di quella prevista a Limena: dovrebbe sorgere nell’area ex Grosoli unitamente a scuole, strutture per lo sport e il tempo libero, aree verdi e insediamenti residenziali. Da cinque anni ne stiamo parlando, seguendo un percorso concertato con Provincia, Regione, comuni limitrofi e che porterà a breve a coinvolgere, una volta terminato l’iter del PATI con la Regione, tutti i soggetti che hanno il diritto di essere interessati dal progetto: la popolazione, le associazioni di categoria, i privati che hanno pieno titolo a valorizzare le loro proprietà.
Gli amministratori di Limena sembrano dimenticare che, in base a quanto stabilito dal Piano di assetto del territorio della Comunità Metropolitana – di cui Limena fa parte – le previsioni di nuove grandi strutture di vendita di prodotti alimentari e non, di superficie superiore a 2.500 mq, ovvero di nuove aggregazioni tali da configurare un’area commerciale integrata, possono essere introdotte negli strumenti urbanistici esclusivamente sulla base di un accordo territoriale negli ambiti produttivi di livello provinciale o in aree produttive esistenti da riconvertire e/o programmate dagli strumenti urbanistici generali.
Il punto è proprio questo: la variante adottata da Limena dimostra in modo lampante il fatto che un Comune può, pur facendo formalmente parte della Comunità Metropolitana, contravvenire alle finalità generali di programmazione coordinata nelle scelte strategiche per lo sviluppo territoriale. La giunta Costa ha preferito procedere a una programmazione esclusivamente comunale, in modo arbitrario e quindi contrario alla nuova legge urbanistica regionale e al PTRC vigente. La viabilità, l’inquinamento, la sicurezza che vengono messe in discussione ora non riguardano più solo un Comune, ma diventano problemi sovracomunali.
Limena ha da poco risolto i suoi problemi di traffico grazie alla nuova tangenziale, che è stata realizzata con denaro della collettività tutta, non del solo Comune in questione. Ora, per una decisione squisitamente localistica, ma che avrà ripercussioni sovracomunali, la collettività e gli enti limitrofi vengono brutalmente esautorati della discussione. Un simile progetto va concertato e discusso insieme alla città metropolitana, non approvato isolatamente.
Mirco Gastaldon, Sindaco di Cadoneghe